domenica 30 aprile 2017

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Il criptoportico

Pont Saint Martin 

Castello di Fenis


martedì 18 aprile 2017

Sestri Levante: la relazioncina

STO UNA FAVOLA!

C’era una volta un borgo marinaro incerto tra il blu del mare, il verde della montagna a picco sulla costa e i colori variopinti di molte ville.
C’era una volta il cuore di questa città, o meglio il carugio, brulicante di vita e storie, lungo l’istmo che divideva la Baia delle Favole dalla Baia del Silenzio.
Per tutte le sirenette e i soldatini di piombo, questa è Sestri!

Io ed Elena vi giungiamo in una giornata di aprile dopo aver superato, in un viaggio in treno insolitamente tranquillo, la tentacolare Genova e la golosissima Recco.
Nonostante tutti (autoctoni e non) vogliano dirottarci su Chiavari perché è previsto maltempo, noi puntiamo su Sestri Levante: io, affascinata dal suo clima fiabesco che incantò il grande Hans Christian Andersen; Elena desiderosa di rigenerarsi con l’aria di mare e di acquistare il pesto fresco.
Prima di immergerci nella cittadina che ospita numerosi eventi culturali e letterari (l’Andersen Festival, LIB Libri in Baia e Film Festival), occorre fare una puntatina al nostro alloggio, l’affittacamere gestito dalla signora Daniela, che non abbiamo il piacere di conoscere, eppure la sua presenza aleggia nell'aria.
«La signora Daniela non c’è, ma esiste. È come se fosse tra noi» ci riferiscono infatti le sue collaboratrici, tra il mistico e il faceto.
Dopo questa parentesi spirituale, finalmente corriamo alla scoperta di Sestri: anche se il sole non splende ancora in modo deciso, possiamo appagare i nostri cinque sensi, contemplando i colori del mare e della natura, annusando il profumo della salsedine e del glicine, toccando la sabbia finissima e ascoltando lo sciabordio delle onde che si infrangono sulle rocce.

E il gusto? In effetti è ora di pranzo, perciò Elena estrae il suo dettagliatissimo elenco di ristoranti, trattorie, osterie, locali notturni, pub, gelaterie, pasticcerie, focaccerie, pizzerie e riflette un po’, grattandosi il capo.
«La sciamadda dei vinacceri ballerini. È il  posto giusto per un piccolo spuntino» sentenzia infine, dandosi un tono da Pizia.
Anche stavolta devo dire che ha fatto centro: in questo ristorante possiamo gustare delle buonissime trofie al pesto, farinata, frittura di pesce con particolare menzione per le alici, che sono una prelibatezza locale da non perdere!
Una volta saziate, abbiamo le energie per proseguire la camminata, ma senza fretta, perché Sestri invita alla calma e si svela a poco a poco.
Camminando sul lungomare, ecco la Baia delle Favole; dall’altro lato della strada è possibile ammirare alcune ville signorili, come villa Balbi, una più elegante dell’altra. E intanto le nuvole si fanno da parte: “è uscita la giornata!”

La zona più suggestiva di Sestri è senza dubbio la Baia del Silenzio, raccolta e poetica, delimitata da una parte dal convento dei Cappuccini (da dove si gode di un’ottima vista) e dall’altra dal convento dell’Annunziata, oggi sede di eventi, spettacoli e conferenze.
Salendo verso il primo nucleo abitativo di Sestri, poi, facciamo altre scoperte interessanti: la chiesa di San Nicolò, romanica, anche se purtroppo non visitabile; la torre Marconi, dove vennero effettuati i primi esperimenti radiofonici, anch'essa non visitabile, così come il parco che racchiude questi monumenti, di proprietà del rinomatissimo Hotel dei Castelli.
Noi entriamo lo stesso, con il pretesto di chiedere informazioni per un soggiorno, che poi, chissà, nella vita non si sa mai… faccio promesse da marinaio che forse manterrò, se il fato vorrà concedermi di tornare in questa terra.
A ogni modo scendiamo verso il paese, dirette al carugio, cioè l’animatissima via XXV aprile. La vita sestrese è tutta qui, tra gelaterie (le migliori: “Cento per Cento Naturale” e “Baciollo”), aperitivi a base di alici fritte e locali che sfornano focacce a tutto spiano.
Ci scappa anche una puntatina ai giardini dedicati a Mariele Ventre, scolpita, all'interno del parco, nell'atto di dirigere un coro di pesci. Nulla di che in tutta sincerità… meglio un po’ di relax al sole presso la Baia del Silenzio. C’è anche chi si fa il bagno. Alla faccia di chi ci voleva mandare a Chiavari!
Poi però giunge il momento di rientrare all'alloggio, invocare la signora Daniela che non c’è ma vede e provvede (e prepara gustose torte caserecce), per progettare l’escursione di domani: Punta Manara.

All'ufficio turistico hanno detto che è una camminata tranquilla, che si può fare a occhi chiusi oppure saltellando su una gamba sola… beh, sappiate che non è proprio così: la passeggiata è sì piacevole e non estrema, ma discretamente impegnativa!
Si parte dal centro storico, per poi imboccare il sentiero tracciato, con lo stesso copione di ieri: clima variabile e fresco in mattinata, poi le nuvole si dissipano, il sole sgomita un po’ e, cammina cammina, ecco a voi… Sua Azzurrità il Mare, visto dall'alto!
Lo spettacolo del panorama vale la scarpinata: attraversiamo sentieri sempre più stretti, tra orti strappati con fatica alla natura e la baia che ammicca da lontano, volando sempre più su, anelando ad altitudini in grado di farci dimenticare gli stenti quotidiani, quand'ecco che, proprio arrivate in vetta, a Punta Manara, parte… il collegio docenti.
Perché gli escursionisti, oggi, a quanto pare, sono tutti colleghi. Chissà perché non mi sorprendo a sentir parlare, in cima alla montagna più sperduta, di ptof, pdp, bes e dsa! Chissà perché ci ritroviamo tutti qui senza esserci dati un appuntamento!
Non è che le cose giù in paese vadano molto meglio: magari i turisti qui presenti non saranno tutti professori, però almeno il 90% di loro è costituito da milanesi!

E difatti in serata, il sestrese imbruttito, fiutando pioggia ci consiglia: andate a Chiavari!
L’ultimo giorno, invece, rimaniamo a Sestri, per dedicarci agli acquisti dei prodotti tipici e allo shopping. Ed è tutto un andare e venire per il carugio, aprendo e chiudendo l’ombrello, ma soprattutto il portafoglio. Per trovare la focaccia con i buchi intrisi di unto dobbiamo faticare non poco, per non parlare del pesto fresco! Elena lo cerca ovunque, lo trova, se lo fa mettere da parte, ne compra per un reggimento e poi non sa dove metterlo, ma alla fine riesce a portarlo a casa sano e salvo!

Prima di ripartire per Milano, però, torniamo a prendere i bagagli dalla signora Daniela, che finalmente si palesa! Una e trina, grazie alle sue due bravissime collaboratrici, che ci donano anche della marmellata fatta in casa. E insieme all'affittacamere si manifesta anche il sole, dopo aver sconfitto una mattinata uggiosa, in barba alla previsioni meteo più imbruttite. E vissero tutti felici e contenti. Chiavari, tiè.