STO UNA
FAVOLA!
C’era una
volta un borgo marinaro incerto tra il blu del mare, il verde della montagna a
picco sulla costa e i colori variopinti di molte ville.
C’era una
volta il cuore di questa città, o meglio il carugio, brulicante di vita e
storie, lungo l’istmo che divideva la Baia delle Favole dalla Baia del
Silenzio.
Per tutte le
sirenette e i soldatini di piombo, questa è Sestri!
Io ed Elena vi
giungiamo in una giornata di aprile dopo aver superato, in un viaggio in treno
insolitamente tranquillo, la tentacolare Genova e la golosissima Recco.
Nonostante
tutti (autoctoni e non) vogliano dirottarci su Chiavari perché è previsto
maltempo, noi puntiamo su Sestri Levante: io, affascinata dal suo clima
fiabesco che incantò il grande Hans Christian Andersen; Elena desiderosa di
rigenerarsi con l’aria di mare e di acquistare il pesto fresco.
Prima di
immergerci nella cittadina che ospita numerosi eventi culturali e letterari
(l’Andersen Festival, LIB Libri in Baia e Film Festival), occorre fare una puntatina
al nostro alloggio, l’affittacamere gestito dalla signora Daniela, che non
abbiamo il piacere di conoscere, eppure la sua presenza aleggia nell'aria.
«La signora Daniela non c’è, ma esiste. È come se
fosse tra noi»
ci riferiscono infatti le sue collaboratrici, tra il mistico e il faceto.
Dopo questa
parentesi spirituale, finalmente corriamo alla scoperta di Sestri: anche se il
sole non splende ancora in modo deciso, possiamo appagare i nostri cinque
sensi, contemplando i colori del mare e della natura, annusando il profumo
della salsedine e del glicine, toccando la sabbia finissima e ascoltando lo
sciabordio delle onde che si infrangono sulle rocce.
E il gusto? In
effetti è ora di pranzo, perciò Elena estrae il suo dettagliatissimo elenco di
ristoranti, trattorie, osterie, locali notturni, pub, gelaterie, pasticcerie,
focaccerie, pizzerie e riflette un po’, grattandosi il capo.
«La sciamadda dei vinacceri ballerini. È il posto giusto per un piccolo spuntino»
sentenzia infine, dandosi un tono da Pizia.
Anche stavolta devo dire che ha fatto centro: in
questo ristorante possiamo gustare delle buonissime trofie al pesto, farinata,
frittura di pesce con particolare menzione per le alici, che sono una
prelibatezza locale da non perdere!
Una volta saziate, abbiamo le energie per proseguire
la camminata, ma senza fretta, perché Sestri invita alla calma e si svela a
poco a poco.
Camminando sul lungomare, ecco la Baia delle Favole;
dall’altro lato della strada è possibile ammirare alcune ville signorili, come
villa Balbi, una più elegante dell’altra. E intanto le nuvole si fanno da
parte: “è uscita la giornata!”
La zona più suggestiva di Sestri è senza dubbio la
Baia del Silenzio, raccolta e poetica, delimitata da una parte dal convento dei
Cappuccini (da dove si gode di un’ottima vista) e dall’altra dal convento
dell’Annunziata, oggi sede di eventi, spettacoli e conferenze.
Salendo verso il primo nucleo abitativo di Sestri,
poi, facciamo altre scoperte interessanti: la chiesa di San Nicolò, romanica,
anche se purtroppo non visitabile; la torre Marconi, dove vennero effettuati i
primi esperimenti radiofonici, anch'essa non visitabile, così come il parco che
racchiude questi monumenti, di proprietà del rinomatissimo Hotel dei Castelli.
Noi entriamo lo stesso, con il pretesto di chiedere
informazioni per un soggiorno, che poi, chissà, nella vita non si sa mai… faccio
promesse da marinaio che forse manterrò, se il fato vorrà concedermi di tornare
in questa terra.
A ogni modo scendiamo verso il paese, dirette al
carugio, cioè l’animatissima via XXV aprile. La vita sestrese è tutta qui, tra
gelaterie (le migliori: “Cento per Cento Naturale” e “Baciollo”), aperitivi a
base di alici fritte e locali che sfornano focacce a tutto spiano.
Ci scappa anche una puntatina ai giardini dedicati a
Mariele Ventre, scolpita, all'interno del parco, nell'atto di dirigere un coro
di pesci. Nulla di che in tutta sincerità… meglio un po’ di relax al sole presso
la Baia del Silenzio. C’è anche chi si fa il bagno. Alla faccia di chi ci
voleva mandare a Chiavari!
Poi però giunge il momento di rientrare all'alloggio,
invocare la signora Daniela che non c’è ma vede e provvede (e prepara gustose
torte caserecce), per progettare l’escursione di domani: Punta Manara.
All'ufficio turistico hanno detto che è una camminata
tranquilla, che si può fare a occhi chiusi oppure saltellando su una gamba
sola… beh, sappiate che non è proprio così: la passeggiata è sì piacevole e non
estrema, ma discretamente impegnativa!
Si parte dal centro storico, per poi imboccare il
sentiero tracciato, con lo stesso copione di ieri: clima variabile e fresco in
mattinata, poi le nuvole si dissipano, il sole sgomita un po’ e, cammina
cammina, ecco a voi… Sua Azzurrità il Mare, visto dall'alto!
Lo spettacolo del panorama vale la scarpinata:
attraversiamo sentieri sempre più stretti, tra orti strappati con fatica alla
natura e la baia che ammicca da lontano, volando sempre più su, anelando ad
altitudini in grado di farci dimenticare gli stenti quotidiani, quand'ecco che,
proprio arrivate in vetta, a Punta Manara, parte… il collegio docenti.
Perché gli escursionisti, oggi, a quanto pare, sono
tutti colleghi. Chissà perché non mi sorprendo a sentir parlare, in cima alla
montagna più sperduta, di ptof, pdp, bes e dsa! Chissà perché ci ritroviamo
tutti qui senza esserci dati un appuntamento!
Non è che le cose giù in paese vadano molto meglio:
magari i turisti qui presenti non saranno tutti professori, però almeno il 90%
di loro è costituito da milanesi!
E difatti in serata, il sestrese imbruttito,
fiutando pioggia ci consiglia: andate a Chiavari!
L’ultimo giorno, invece, rimaniamo a Sestri, per
dedicarci agli acquisti dei prodotti tipici e allo shopping. Ed è tutto un
andare e venire per il carugio, aprendo e chiudendo l’ombrello, ma soprattutto
il portafoglio. Per trovare la focaccia con i buchi intrisi di unto dobbiamo
faticare non poco, per non parlare del pesto fresco! Elena lo cerca ovunque, lo
trova, se lo fa mettere da parte, ne compra per un reggimento e poi non sa dove
metterlo, ma alla fine riesce a portarlo a casa sano e salvo!
Prima di ripartire per Milano, però, torniamo a
prendere i bagagli dalla signora Daniela, che finalmente si palesa! Una e
trina, grazie alle sue due bravissime collaboratrici, che ci donano anche della
marmellata fatta in casa. E insieme all'affittacamere si manifesta anche il
sole, dopo aver sconfitto una mattinata uggiosa, in barba alla previsioni meteo
più imbruttite. E vissero tutti felici e contenti. Chiavari, tiè.
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